BUON VIAGGIO AMICO ARGO

argo

E così anche il caro Argo ha voluto salutarci.

Un velo di tristezza è calato su di noi, sulla nostra lega. Argo è stato la mascotte indiscussa di Fantacosaseria, conquistando il cuore di tutti i fantallenatori. Impossibile non entrare in sintonia con questo magnifico esemplare di Golden Retriever…che poi, “Golden Retriever” è assai riduttivo per Argo, quasi offensivo.
Argo non era un semplice cane. Era un fratello, un figlio, un compagno di studi, ma anche un socio fondatore della “Bebol One” (storica società di Fantacosaseria), un riferimento per la zona di Via Perugina, elemento di punta del jet-set del Teatro Romano, esperto di calcio, cucina e amante della natura.

Il filo dell’ironia è il migliore se si vogliono tessere le lodi di Argo. Perché Argo era ironico! Era simpatico! Era elegante! Era armonioso! In poche parole: era un Bertinelli-Baldinelli. Il quarto figlio per la precisione, e da buon Bertinelli-Baldinelli ha saputo incarnare tutti gli elementi distintivi che caratterizzano il casato: ironia, simpatia, generosità, eleganza, intelligenza.

Perdonerete questa descrizione così umana di Argo, ma chi ha avuto la fortuna di conoscerlo sa bene come il nostro amico a quattro zampe trascendesse la sua natura animale. Ogni volta che si andava a Casa Bertinelli si tornava con un immagine di Argo umanizzato.
Sfido io, chi non lo ha immaginato sul divano con la pipa? Chi non lo ha immaginato con un calice di Rum e un sigaro? Chi non lo ha immaginato in smoking, o con un basco in testa, o con gli occhiali da sole e i bastoni da trekking?

Dopotutto è la sintonia che c’è tra un animale domestico e gli abitanti di casa a determinarne il grado di umanizzazione: più sintonia c’è e più l’animale acquisisce sembianze, qualità e attitudini dei padroni. Argo era in perfetta sintonia.

Non sono solo le sue qualità di amico a quattro zampe ad aver fatto entrare Argo nel nostro cuore, ma anche quello che rappresenta per tutti noi membri di Fantacosaseria e amici di Francesco: Ricordi. Tanti.
L’immagine del cucciolotto che si rotolava nel giardino di casa Bertinelli è viva più che mai. Era settembre 2001. Argo è stata una presenza fissa nella nostra adolescenza. Ne ha segnato l’inizio, ne ha scandito i momenti e il destino ha voluto che ci lasciasse proprio nell’anno della maturità per antonomasia: quello dei 30 compleanni. Forse è per questo che Argo rappresenta così tanto per noi: è stato un segnatempo sentimentale, profondamente connesso all’evoluzione della nostra vita: era presente quando imbastivamo le prime aste fantacalcistiche, era presente ai meeting, sedeva accanto a noi sul divano nei turni infrasettimanali della serie A su sky. Ci ha visto arrivare in via Perugina con ogni mezzo, dalla bicicletta, allo scooter (NRG, Runner Poggiali, Zip, Vision, Scarabeo…), alle prime auto (Vitara, Uno grigio topo, Lancia Y…). Ci ha sentito parlare di tutto: calcio, scuola, prime cotte, calcio, cero, auto, vestiti, vino, calcio, politica, calcio, fantacalcio. Ha assistito a litigate furiose e risate pazzesche. Ci ha accompagnato in questi anni così pregnanti e significativi, ci ha traghettato dall’adolescenza all’età adulta.

Nomen Omen: Argo, la nave che traghettò Giasone e i suoi compagni alla conquista del vello d’oro.
Ma anche: Argo, il cane di Ulisse, simbolo di fedeltà e amicizia che si lasciò morire dopo il ritorno del padrone ad Itaca, segnando il tempo tra il passato e un nuovo inizio.
Come il cane di Ulisse, anche il nostro amico ha vissuto a lungo e ha segnato il tempo: quello della nostra amicizia.

E così, caro amico Argo, è con un velo di malinconia e tanta nostalgia che ci salutiamo.

Non possiamo che custodire l’enorme quantità di ricordi che ci lega a te.

Buon viaggio, amico!